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In pratica

Tutti gli errori da evitare

Chi ha iniziato da poco a fotografare deve conoscere quali sono gli errori principali che si possono commettere. Perché certi errori banali rovinano irrimediabilmente quelle che invece potrebbero essere delle ottime immagini. Un consiglio sempre valido comunque è quello di leggere attentamente il libretto di istruzioni della propria fotocamera, perché quando si conosce bene la propria macchina fotografica si comprende meglio anche come evitare gli errori.

  ORIZZONTE INCLINATO

Pare scontato che l'orizzonte non possa essere... in discesa. Eppure quello dell'orizzonte inclinato nelle immagini è un errore abbastanza comune. Attenzione quindi a mettere ben dritta la macchina fotografica.
Ricordate anche che quando nell'inquadratura è compreso l'orizzonte, la fotografia sarà più bella se esso non taglierà proprio a metà il fotogramma: per cui alzate l'inquadratura se volete dare la prevalenza a cielo e nuvole, abbassatela se volete invece evidenziare il terreno.

 

 

       PIEDI TAGLIATI

Un altro errore che capita di frequente a chi non è molto pratico (ma talvolta anche ai più esperti) è quello dei piedi tagliati. 
Fotografando le persone a figura intera è abbastanza facile sbagliare, a causa di fretta o di disattenzione, tralasciando di includere nell'inquadratura i piedi dei soggetti fotografati. Un altro motivo per cui nelle foto possono mancare i... piedi è che essi vengono 'tagliati' al momento della stampa della fotografia quando essa è eseguita con stampatrici automatiche. Se sul negativo le persone hanno ancora... i propri piedi, basterà segnalare l'inconveniente al fotografo o al laboratorio richiedendo una nuova stampa corretta della fotografia.

 

 

  STRANI COPRICAPI

Un palo che cresce proprio sulla testa del soggetto, uno strano copricapo, un segnale stradale o un albero in testa... Non bisogna dimenticare che la fotografia ha solo due dimensioni e che ciò che si trova dietro la testa del soggetto può apparire, a causa dell'appiattimento della prospettiva, come se fosse parte di essa, con effetti a volte comici a volte meno.
Nell'inquadrare le persone quindi bisogna fare particolare attenzione allo sfondo. Se dietro il nostro soggetto è presente un palo, un albero, un segnale o qualche altra strana struttura, facciamo in modo che esso/a non sorga proprio sulla testa. In genere basta spostarsi lateralmente di uno o due passi per evitare l'inconveniente.

 

 

   OCCHI ROSSI

Accade a volte quando si fotografa una persona da vicino con il flash. In particolare avviene con le macchine fotografiche compatte che hanno il flash montato sulla fotocamera molto vicino all'obiettivo.
In pratica il lampo emette un raggio luminoso forte che raggiunge il fondo degli occhi del soggetto, evidenziando i vasi sanguigni, e la macchina fotografica riproduce così le pupille rosse.
Oggi per evitare questo brutto effetto in molte fotocamere compatte il flash emette due lampi a breve distanza di tempo: il primo serve per chiudere la pupilla quel tanto che basta ad evitare gli occhi rossi, il secondo per scattare la vera e propria fotografia.
Se la foto è già stata fatta e l'immagine è su pellicola è impossibile correggere il problema. Se invece si tratta di un'immagine digitale si può usare un programma di fotoritocco: tutti i programmi in commercio hanno l'utile opzione di correzione degli occhi rossi.

 

 

   OCCHI CHIUSI

E' uno degli errori più frequenti quando si fotografano le persone. Se non si sta particolarmente attenti si scatta proprio quando il soggetto sta battendo le ciglia. Il risultato è una foto con... gli occhi chiusi, parecchio brutta. Avviene particolarmente con le macchine digitali che hanno qualche frazione di secondo di ritardo tra il momento in cui si schiaccia il bottone di scatto e quello in cui la foto viene effettivamente scattata.
Non resta che stare attenti ed è buona norma scattare più di una sola immagine: l'una o l'altra verrà con gli occhi aperti (o almeno si spera).

 

 

   PROSPETTIVA DISTORTA

Quando un edificio viene fotografato da vicino e dal basso assume la classica forma a piramide (foto 1). Si tratta di un effetto di prospettiva che si verifica anche quando guardiamo ad occhio nudo, ma che viene amplificato in fotografia. In particolare da quegli obiettivi fotografici che hanno l'effetto di 'allontanare' riuscendo a prendere una porzione maggiore di immagine (si chiamano grandangolari).
L'unico rimedio alla portata del dilettante è quello di allontanarsi e riprendere l'edificio da una certa distanza, usando lo zoom o un  teleobietivo (foto 2).
Se è possibile si può anche salire su un edificio vicino a quello da fotografare per scattare la foto da una certa altezza. I professionisti rimediano con obiettivi speciali (molto costosi) che muovendo le lenti anteriori riescono a raddrizzare le linee della prospettiva.

 

 

    LA FOTO 'COTTA'

Il calore è sempre stato uno dei principali nemici della fotografia. Ai tempi della pellicola fotografica, quando esse venivano lasciate esposte a lungo a fonti di calore, o all'interno di ambienti molto caldi, subivano variazioni chimiche che compromettevano le immagini variando i pigmenti che formano il colore e abbassando anche la soglia di sensibilità.
Le immagini, nella migliore delle ipotesi, assumevano evidenti e poco gradevoli sfumature di violetto o di giallo-verde.
E per le digitali, che non hanno la pellicola, oggi si può stare tranquilli? La risposta è No! 
Anche con le digitali bisogna fare attenzione a non  lasciare la fotocamera all'interno dell'auto parcheggiata a lungo al sole. Se proprio non potete fare a meno di lasciarla in macchina mettetela nel punto più interno del bagagliaio dentro una borsa fotografica, in una scatola di polistirolo (bene quelle dei gelati) o, meglio ancora, in uno di quei contenitori termici di solito usati per le bibite.
Anche gli elementi sensibili delle fotocamere digitali, ed altri circuiti, possono infatti subire danni (irreversibili) se esposti a forti fonti di calore. Non bisogna dimenticare che all'interno di un'automobile lasciata al sole d'estate si possono raggiungere anche i 60 gradi! - PS: Non lasciateci il cane !!!!

 

 

     CONTROLUCE

I sistemi di esposizione delle moderne fotocamere calcolano l'esposizione, cioè la quantità di luce che deve andare sulla pellicola (o sull'elemento sensibile della digitale), con  processori interni ed elaborati calcoli. Tuttavia il problema della presenza contemporanea nell'immagine di zone di luce molto differenti (molto illuminate e pochissimo illuminate) non è stato ancora risolto del tutto.
Se per esempio si inquadra un soggetto con il sole alle spalle 9 volte su 10 si ha una notevole sottoesposizione della figura che quindi verrà molto scura.
Per evitarlo è necessario usare il flash anche di giorno (è il cosiddetto fill-in) o, meglio, controllare manualmente l'esposizione, misurando solo la luce che colpisce il soggetto principale.
Ma per chi ha cominciato a fotografare da poco il metodo più semplice e rapido è sicuramente quello di girare intorno al soggetto ed inquadrarlo in modo che esso non abbia il sole alle spalle. Si esclude così dall'inquadratura la fonte luminosa e la macchina fotografica 'legge' solo (o prevalentemente) la luce del soggetto principale, senza 'impazzire'.

 

 

    IMMAGINE MOSSA

Che peccato! Era così bello quel paesaggio che abbiamo fotografato dal finestrino dell'auto ed invece la foto è così confusa! E' semplicemente successo che il tempo di esposizione  è stato troppo lungo e l'immagine è venuta mossa. Questo accade quando l'esposimetro della macchina fotografica (quello che stabilisce quanta luce deve entrare al momento dello scatto) 'vede' che la luce della scena è poca e per compensarla allunga troppo il tempo di scatto.
Il rimedio è di fare in modo, con una regolazione manuale, di non scendere al di sotto del tempo di scatto di almeno 1/200° di secondo.
Se poi la vostra fotocamera ha la selezione di vari 'programmi' di esposizione forse avete sbagliato a selezionare il programma. Per fare foto in movimento è necessario usare un programma che selezioni un tempo di scatto veloce, denominato, secondo i casi, Sport o Movimento o con parole simili, in genere in inglese. Il programma Paesaggio non va bene in questo caso perché si riferisce ad una fotografia fatta 'da fermo' (leggete il libretto di istruzioni!).
Ma, ancora una volta, per chi non se ne intende troppo, c'è una soluzione più a portata di mano: fermare l'automobile (se è possibile e senza intralciare il traffico...) e fotografare con tutta calma!

 

 

  IMMAGINE SFOCATA

La stragrande maggioranza delle fotocamere moderne è autofocus possiede cioè un sistema di messa a fuoco automatica. Perquanto tali sistemi siano oggi di gran lunga migliori di quelli di alcuni anni fa, a volte vanno ancora in tilt (almeno quelli meno sofisticati), producendo così immagini sfocate.
Può succedere ad esempio quando si fotografa attraverso una rete o un vetro non del tutto trasparente, quando il soggetto è in veloce movimento o quando nell'inquadratura sono presenti taluni elementi grafici ripetitivi, superfici specchiate, riflessi. Può inoltre accadere quando la luce non è sufficiente.
ast, strong
In tutti questi casi è sicuramente meglio selezionare la messa a fuoco manuale, se la fotocamera ne è dotata. Infatti una volta fatta la fotografia, sia essa su pellicola o digitale, la sfocatura non si può più correggere e nemmeno i programmi di fotoritocco professionali possono porvi rimedio.

 

     IMMAGINE SOVRAESPOSTA

Una fotografia sovraesposta (in gergo fotografico bruciata) appare troppo chiara e nelle zone più luminose dell'immagine i particolari non risultano visibili a causa della eccessiva luce. Al momento dello scatto in sostanza è passata più luce di quanto fosse necessaria. I motivi possono essere diversi. Se si è usata la fotocamera in automatico forse l'esposimetro (il dispositivo che misura la luce) non funziona bene o qualcosa lo ha sregolato. Per esempio potrebbe avere influito un grosso oggetto scuro vicino alla zona dell'immagine.
Se la macchina è stata usata con la regolazione manuale sicuramente si è sbagliata l'impostazione del tempo di scatto o del diaframma. Per correggere un'immagine sovraesposta non c'è molto da fare. Se si tratta di un'immagine digitale si può tentare di correggerla un pò con un programma di ritocco fotografico, ma sicuramente il risultato non sarà dei migliori. Se l'immagine è stampata si può tuttalpiù farla stampare di nuovo ad un  laboratorio fotografico che al momento della ristampa cercherà di correggerla, almeno nei limiti del possibile.   

 

 

    IMMAGINE SOTTOESPOSTA

Caso analogo ma opposto al precedente. Si tratta di una foto che appare troppo scura perché, al momento dello scatto, è passata troppo poca luce. Anche qui le regolazioni sono state ingannate da qualcosa: ad esempio una vasta superficie chiara. E' un caso piuttosto frequente quando si fotografa al mare in pieno sole o sulla neve perché l'esposimetro può essere ingannato dalla molta luce presente nella scena chiudendo più del necessario il diaframma. Oppure si può essere trattato di un nostro errore.
Anche in questo caso il laboratorio fotografico potrebbe ristampare l'immagine cercando di correggerla un pò.  O, se si tratta di una foto digitale, si può tentare di fare qualcosa con un programma di fotoritocco.

 

 

   RIFRAZIONE (in inglese Flare)

Capita a volte che, nelle fotografie controluce, appaiano sull'immagine strani punti luminosi. Non si tratta di Ufo, ma più semplicemente dei raggi del sole che, basso sull'orizzonte, penetrano nell'obiettivo con un'angolazione tale da creare una serie di riflessi sulle lenti.
Gli obiettivi delle macchine fotografiche sono in genere corretti con particolari strati antiriflesso allo scopo di minimizzare il fenomeno, tuttavia con le fotocamere più economiche ciò avviene con maggiore frequenza.
Rimediare è semplice: basta usare un paraluce che estendendo l'obiettivo ne protegge i contorni dai riflessi indesiderati. Semprechè la vostra macchina fotografica abbia la possibilità di montarlo, altrimenti è necessario fare un pò più di attenzione evitando di scattare controluce oppure cercando di riparare dalla luce con una mano l'obiettivo della fotocamera (ma attenzione che la mano non si veda nell'inquadratura!).

 

L'effetto della rifrazione nelle immagini in controluce

 

     FILI E PALI

Paesaggi bellissimi vengono letteralmente rovinati da fili e pali presenti anche là dove meno ci si aspetterebbe di trovarli.
E' l'ulteriore dimostrazione di quanto sarebbe necessario avere maggiore cura dell'ambiente.
Una foto attraversata da fili o deturpata da pali e piloni elettrici è irrimedibilmente brutta e dà a chi la guarda un notevole senso di fastidio.
Al fotografo non resta che evitare di far entrare nelle sue immagini questi elementi facendo molta attenzione, al momento dello scatto, a quanto appare nel mirino o nel monitor della digitale. A volte è sufficiente spostarsi di qualche passo o cambiare inquadratura ma, se proprio non c'è altro rimedio, è sicuramente meglio...  rinunciare a scattare la foto!

 

 

    PERSONE 'TAGLIATE'

E' molto brutto quando nella nostra fotografia che ci sembrava perfetta compare sul margine una persona estranea e per giunta 'tagliata a metà' come nell'immagine accanto. Questo risultato si ha quando si fotografa con troppa fretta, senza prestare molta attenzione a ciò che si inquadra.
Il dilettante spesso si concentra solo sul soggetto principale della sua immagine, tralasciando di osservare se nell'inquaratura ci sono elementi estranei.
Attenzione quindi: inquadrate bene ed assicuratevi che nell'inquadratura ci sia solo quello che effettivamente ci deve essere. La vostra foto sarà sicuramente molto più bella.

 

 

   ERRORE DI PARALLASSE

Quando si fotografa da molto vicino può accadere che la porzione di immagine inquadrata dal mirino sia leggermente differente dalla porzione di immagine inquadrata dall'obbiettivo. E' il cosiddetto errore di parallasse. In pratica nell'immagine finale l'inquadratura risulta spostata rispetto a ciò che si vede nel mirino.
Per esempio il fiore della foto accanto appariva per intero nel mirino, mentre l'immagine ne ha riprodotto solo una parte.
Il caso è frequente quando si fanno fotografie con macchine compatte e si inquadra da molto vicino col normale mirino ottico. Non accade invece usando altri tipi di mirino come quelli delle macchine reflex, con cui si inquadra esattamente la stessa porzione di immagine che finisce sulla foto finale.

 

 

   ERRATO BILANCIAMENTO DEL BIANCO 
NELLE FOTOCAMERE DIGITALI

Nelle fotocamere digitali bilanciare il bianco significa fare in modo che il colore bianco venga riprodotto in modo perfetto senza assumere quindi colorazioni particolari.
La luce, al nostro occhio, sembra sempre uguale anche con fonti luminose diverse. In realtà può essere molto differente (ad esempio la luce del giorno e quella di una lampadina hanno colorazioni totalmente differenti) e questo richiede di volta in volta una correzione del bianco per fare in modo che anche tutti gli altri colori vengano riprodotti nel modo più corretto. 
Questa operazione in genere avviene automaticamente, ma nelle fotocamere più evolute spesso c'è anche la possibilità di un controllo manuale.
A volte si possono verificare degli errori perchè le luci sono spesso di tipo misto e non sempre possono essere ben valutate dal sistema automatico. Con un po' di esperienza ed una regolazione manuale generalmente si riesce ad ovviare all'inconveniente.
Se la foto è già stata fatta si può tentare di correggerla (ma di poco) con un programma per fotoritocco.
Le fotocamere analogiche tradizionali non hanno questo problema perchè il bianco è già calibrato nella pellicola e, se occorre, può essere corretto anche durante la fase di stampa delle fotografie.

 

 

   FOTO DI INTERNI

Qualè la differenza tra la foto n.1 e la foto n.2 ?
Nella n.1 l'esposimetro della macchina fotografica si è lasciato influenzare dalla luce più forte, quella che si trova all'esterno della stanza; in tal modo gli interni, dove la luce invece era scarsa, sono stati riprodotti completamente neri.
Nella foto n.2 il fotografo è intervenuto con una correzione manuale, aumentando a mano il diaframma di uno o due valori, oppure scegliendo un programma di esposizione tale che l'esposimetro desse la prevalenza della lettura alla parte interna della scena.
In molte fotocamere tenendo premuto a metà il pulsante di scatto si può misurare prima la luce che colpisce una parte interna della scena, come ad esempio il pavimento, e poi, mantenendo la lettura fatta, spostare l'inquadratura e scattare la foto vera e propria.
Ovviamente nell'ipotesi n.2 le parti esterne della scena, che sono molto più illuminate, verranno riprodotte più chiare del reale.
Un modo per salvare capra e cavoli è quello di usare un flash di schiarita (il cosiddetto fill-in). Per scoprire come fare leggete il libretto di istruzioni della vostra fotocamera.